Primeiro Comando da Capital e Comando Vermelho: il collasso della tregua e il potere dell'antifragilità

L'interruzione improvvisa della fragile tregua tra il Primeiro Comando da Capital (PCC) e il Comando Vermelho (CV), stabilita a febbraio e interrotta ad aprile di quest'anno, illumina molto più che un semplice capitolo del conflitto tra le due maggiori organizzazioni criminali del Brasile.
Questo collasso rivela le complesse dinamiche di potere, strutture organizzative e la straordinaria capacità di queste organizzazioni non solo di sopravvivere, ma di prosperare in ambienti di crisi — un fenomeno che possiamo descrivere come "antifragilità".
La Fine Annunciata di una Tregua Contraddittoria
Il 29 aprile 2025, entrambe le organizzazioni hanno diffuso un "salve" (comunicato ufficiale delle facções brasiliane) dichiarando la fine dell'accordo stabilito appena due mesi prima. I comunicati, curiosamente simili nel contenuto, hanno citato preoccupazioni etiche come giustificazione principale.
Il PCC ha dichiarato che la rottura era da imputare “soprattutto alle morti di decine di innocenti assassinati per pura banalità", mentre il CV ha affermato che "il rispetto della vita umana deve essere al di sopra di tutto", proibendo ai suoi membri di "togliere la vita a persone per bene a causa di motivi banali".
Tuttavia, investigatori e pubblici ministeri hanno indicato ragioni molto più pragmatiche dietro la fine di questa tregua. Lincoln Gakiya, pubblico ministero del Gruppo di Azione Speciale contro il Crimine Organizzato (Gaeco) di San Paolo, che combatte il PCC da due decenni ed è oggetto di minacce di morte da parte della facção, sottolinea: "In sintesi, sono gli interessi territoriali relativi al controllo del traffico che hanno portato a questa rottura. Nessuno vuole rinunciare al proprio spazio".
Le tensioni tra le differenti "regionalità" — come vengono definite dagli stessi membri delle due orcrim (organizzazioni criminali) — sono emerse come fattore decisivo per il fallimento dell'accordo. Già a gennaio, Reinaldo Teixeira dos Santos, alias "Funchal", membro della cupola del PCC, aveva espresso al proprio avvocato le sue perplessità con riferimento alla tregua. "Sappiamo quanto questo sia complesso nel contesto generale, perché dobbiamo rispettare le regionalità e l'opinione di tutti", aveva detto nel parlatorio del Penitenziario Federale di Brasilia, come rivelato in un rapporto della Segreteria Nazionale delle Politiche Penali (Senappen).
Una Tregua Senza Consenso
La proposta di tregua, partita da avvocati di Rio de Janeiro legati al CV, sarebbe stata direttamente indirizzata ai membri della cupola del PCC, inclusi Marcos Willians Herbas Camacho, "Marcola", e Reinaldo dos Santos, "Funchal". Tuttavia, un elemento cruciale per il fallimento dell'accordo è stata l'assenza di appoggio da parte di una figura chiave in questa contrattazione: Márcio dos Santos Nepomuceno, "Marcinho VP", uno dei principali leader del CV.
Un rapporto della Senappen del 22 febbraio già riportava che Marcinho VP aveva negato "in modo veemente" l'esistenza di una qualsiasi tregua con il PCC, classificando queste informazioni come "fake news". Il leader del CV avrebbe affermato di mantenere "un atteggiamento di rispetto" nei confronti del PCC, dato che alcuni leader delle due orcrim sono attualmente detenuti negli stessi istituti penitenziari, parimenti ribadendo il fatto che le due facções "rimangono nemiche".
Questa contraddizione fondamentale tra la comunicazione ufficiale e la posizione di uno dei leader del CV sembrava già preannunciare il collasso dell'accordo. Tuttavia, fonti legate al sistema carcerario hanno ammesso che questo tipo di disallineamento tra il discorso pubblico e le direttive interne è frequente nel mondo del crimine organizzato, dove diversi livelli di comunicazione servono a scopi strategici distinti.
Implementazione Disomogenea sul Territorio Nazionale
A febbraio, quando la tregua è stata annunciata, nove stati brasiliani avevano riportato "segnali concreti" dell'alleanza tra le fazioni criminali, secondo un rapporto d'intelligence della Segreteria di Sicurezza Pubblica di San Paolo. Le informazioni sono state raccolte dai sistemi di intelligence della Polizia Militare di 26 stati e del Distretto Federale. Gli stati che, all’epoca, avevano confermato l'esistenza della tregua erano: Minas Gerais, Amazonas, Acre, Roraima, Ceará, Piauí, Rio Grande do Norte, Alagoas e Sergipe.
Altri nove stati avevano dichiarato di non avere dati sufficienti per confermare l'esistenza dell’accordo, mentre in tre stati vi erano ancora indizi che l'organizzazione criminale paulista fosse in guerra con quella di Rio. Cinque stati, infine, non avevano risposto alla richiesta di informazioni.
Questa distribuzione geografica irregolare già segnalava la difficoltà di implementare una tale tregua in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Nel Mato Grosso do Sul, per esempio, la tregua ha avuto impatti visibili, sequestrando, le forze di polizia, carichi di droga inviati in consorzio dalle due orcrim su rotte all’interno dello stato, che, per quasi un decennio, erano state monopolizzate dal PCC.
I pacchi di cocaina, marijuana, hashish e skunk avevano cominciato ad essere imballati con colori diversi, a seconda della facção responsabile della spedizione. I sequestri di droga, a loro volta, nel periodo di non belligeranza, sono aumentati del 151% nei primi tre mesi del 2025, rispetto allo stesso periodo del 2024.
In contrasto col Mato Grosso do Sul, nello stato di Bahia, attualmente teatro della maggiore offensiva del CV contro il PCC, l'accordo non ha interessato i capi regionali. Poco più di due anni fa, l’organizzazione non aveva quasi nessuna presenza all’interno dello stato, crescendo in misura cospicua grazie all’assorbimento di gruppi criminali locali. Oggi il CV domina nel sud di Bahia e in buona parte di Salvador.
Una situazione simile si è verificata nel Ceará. In mezzo a una disputa violenta per i territori, che ha visto coinvolti CV, PCC e la fazione locale Guardiões do Estado (GDE), l'accordo non è arrivato ad avere conseguenze tangibili. "Non c'è stato alcun atto concreto che potesse confermarlo, nessuna richiesta congiunta degli avvocati, per esempio. Da queste parti, hanno continuato ad uccidersi", riporta il pubblico ministero Adriano Saraiva, coordinatore del Gaeco del Ministero Pubblico del Ceará.
Nel Mato Grosso, dove il CV è dominante, vi è stato un primo momento di incertezza con riferimento alla tregua. Il 17 febbraio, la sospensione temporanea degli attacchi ha salvato la vita di un calciatore di 28 anni sequestrato per aver fatto un gesto con tre dita, interpretato come un riferimento al PCC. I sequestratori avevano telefonato ad uno dei leader del CV, attualmente detenuto, chiedendo l'autorizzazione per l'esecuzione, ma ricevendo l'ordine di liberarlo a causa dei negoziati in corso.
Successivamente, tuttavia, la tregua non è stata accettata dai vertici locali del CV e i conflitti sono ripresi in maniera veemente.
Due Strutture Incompatibili
Per comprendere pienamente la fragilità della tregua e l'inevitabilità del suo collasso, è necessario analizzare le profonde differenze strutturali e storiche tra queste due potenti organizzazioni criminali. Il PCC, fondato nel 1993 nel carcere di Taubaté, a San Paolo, possiede una struttura fortemente gerarchica e centralizzata, con un sistema di comando che si estende capillarmente attraverso il sistema carcerario e per le strade di numerosi stati brasiliani.
Questa centralizzazione ha permesso al PCC di mantenere una coesione interna straordinaria, anche quando i suoi leader sono stati isolati o trasferiti in carceri di massima sicurezza. "Il PCC ha una gerarchia chiara, una struttura piramidale rigida e una cupola che prende decisioni da seguire per tutti i membri. La disobbedienza può essere punita anche con l'espulsione e la morte", spiega il pubblico ministero Lincoln Gakiya.
Il CV, nato nelle prigioni di Rio de Janeiro negli anni '70 durante la dittatura militare, ha una struttura più orizzontale e opera come una rete di ‘franchising’ negli stati, con leader locali che godono di maggiore autonomia. "Il CV opera attraverso uno schema simile a quello del franchising all’interno dei diversi stati, con leadership regionali che hanno autonomia sufficiente per non rispettare ciò che è stato concordato dai vertici della facção di Rio de Janeiro", aggiunge Gakiya.
Questa differenza fondamentale di struttura organizzativa ha reso impossibile l'attuazione coerente di un accordo nazionale tra le due orcrim. Mentre il PCC può imporre decisioni che sono rispettate su tutto il territorio brasiliano grazie alla sua leadership centralizzata, il CV, con la sua struttura più decentralizzata, può avere più difficoltà nel garantire l'adesione di tutti i suoi ‘franchising’ alle decisioni prese dalla cupola.
La Legge del Crimine e la Gerarchia delle Norme
Un aspetto frequentemente trascurato nelle analisi sul crimine organizzato brasiliano è l'importanza di ciò che i membri stessi chiamano ‘Legge del Crimine’ — un insieme di norme e principi che regolano la condotta all'interno di queste organizzazioni. Esperti come Diorgeres de Assis Victorio paragonano la Legge del Crimine alla Costituzione nella gerarchia legale brasiliana, enfatizzando il suo carattere fondamentale e la sua precedenza su accordi transitori come la recente tregua. "La Legge del Crimine ha peso di Carta Magna, in confronto alla gerarchia delle leggi in Brasile", spiega de Assis Victorio.
Secondo questa prospettiva, nel 2016 non vi sarebbe stata una vera "rottura" tra PCC e CV, essendosi, piuttosto, stabilito un precedente che avrebbe invalidato qualsiasi accordo successivo. Secondo questa interpretazione, basata sul "Terzo Statuto" — insieme di norme fondamentali che governano il PCC — la relazione tra le due fazioni già a partire dal 2010 sarebbe stata solo di "amicizia strategica” per quanto poteva concernere determinate circostanze, ma mai di alleanza formale.
L'Antifragilità come Chiave di Lettura
Il concetto di "antifragilità", teorizzato dallo statistico e filosofo Nassim Nicholas Taleb, offre una prospettiva preziosa per comprendere l'evoluzione e il comportamento di queste organizzazioni criminali. A differenza di sistemi che sono meramente resistenti o resilienti — che sopportano shock senza modificarsi —, i sistemi antifragili si rafforzano con la volatilità, il disordine e lo stress.
Il Primeiro Comando da Capital ha dimostrato ripetutamente questa caratteristica nel corso della sua storia. Quando il governo brasiliano ha deciso di trasferire i leader del PCC in carceri all’interno dei diversi stati al fine di isolarli, questa misura repressiva paradossalmente ha rafforzato il gruppo. L'organizzazione è riuscita a trasformare questa avversità in un'opportunità per espandere la propria influenza a livello nazionale.
Similmente, l'adozione del Regime Disciplinare Differenziato (RDD) — un regime carcerario particolarmente duro — ha finito per traslare l'attività della facção ai margini del sistema carcerario, forzandone, di fatto, la decentralizzazione. Come ha osservato Ana Célia Targino Agripino Nunes nella sua tesi sul PCC, ciò ha contribuito alla sua espansione oltre le mura della prigione, permettendo al gruppo di ampliare le sue operazioni sia all’interno che all’esterno del sistema carcerario.
Durante grandi ondate di repressione statale, il PCC frequentemente adottava la cosiddetta “pace tra le facções”, cessando temporaneamente gli scontri con i gruppi rivali per riorganizzarsi. Sotto intensa pressione statale, l'organizzazione assumeva atteggiamenti di cooperazione strategica con altre orcrim, stabilendo cessate il fuoco che le permettevano di riorganizzarsi e rafforzare le sue strutture interne, conclude Agripino Nunes.
In questo contesto, la tregua di febbraio 2025 potrebbe essere interpretata come un'altra manovra strategica del PCC per consolidare la sua posizione in un momento di pressione, invece che come un sincero tentativo di pacificazione.
Comando Vermelho: Tra Resilienza e Tradizione
Il Comando Vermelho, sebbene meno "antifragile" del PCC, ha dimostrato una notevole capacità di resistenza e adattamento nel corso della sua lunga storia. Nato come una alleanza tra detenuti comuni e militanti di sinistra nel carcere Candido Mendes (Ilha Grande, Rio de Janeiro), il CV si è rafforzato in risposta alle condizioni disumane delle prigioni durante la dittatura militare.
Negli anni '80, il CV ha creato una struttura gerarchica per gestire il boom del traffico di cocaina, entrando in affari con i cartelli colombiani e prendendo il controllo dei quartieri poveri di Rio de Janeiro abbandonati dallo Stato. La sua forza è sempre stata radicata nel profondo legame con le comunità locali, dove è riuscito a fornire servizi e protezione in assenza delle istituzioni statali.
Quando il governo ha tentato di "pacificare" le favelas di Rio con la creazione delle Unità di Polizia Pacificatrice (UPP), a partire dal 2008, il CV ha temporaneamente perso terreno. Tuttavia, il fallimento di queste iniziative (quasi tutte le UPP sono state chiuse entro il 2021) ha dimostrato la resilienza del gruppo e il suo radicamento a livello sociale.
Episodi di Violenza Estrema
Un ulteriore elemento che ha contribuito alla rottura della tregua sono stati gli episodi di violenza estrema, che avrebbero violato i codici di condotta stabiliti tra le due orcrim. Secondo fonti del giornale Folha de São Paulo, avvocati che difendono membri del CV hanno riferito che il PCC non avrebbe approvato alcune pratiche violente attribuite al Comando Vermelho.
Tra gli esempi citati, si distingue l'assassinio di un turista di Brasilia che, prima di essere ucciso, sarebbe stato costretto a mangiare parti del proprio corpo — come orecchie e dita — per avere nel suo cellulare foto legate a una facção rivale. Questo tipo di violenza gratuita, particolarmente contro civili non direttamente coinvolti in attività criminali, avrebbe violato il codice di condotta del PCC, che negli ultimi anni ha cercato di presentarsi come un'organizzazione "più professionale" e meno brutale, sebbene continui a gestire traffici illegali di enormi dimensioni.
L'aumento degli attacchi contro civili sospettati di appartenere o simpatizzare con la orcrim rivale è diventata una preoccupazione sempre più crescente in Brasile. Negli ultimi anni, si sono moltiplicati i casi di giovani torturati o uccisi per avere fatto gesti con le mani associati alle facções: tre dita per il PCC (riferimento al codice 1533) e due dita (il segno di V di vittoria o pace e amore) per il CV.
Chi è Più Antifragile?
Nel confronto globale, il PCC emerge oggi come più antifragile del CV, capace di trasformare le crisi in opportunità di crescita e consolidamento. Diversi fattori spiegano questa differenza. Innanzitutto, la struttura del PCC è più centralizzata e onnipresente: i membri delle cosiddette ‘Sintonie’ dettano ordini anche quando sono detenuti. Un efficiente sistema di comunicazione interna ed una altrettanto efficiente “burocrazia" organizzativa permettono di assorbire e distribuire gli shock (per esempio, trasferimenti di leader) senza disintegrarsi. Il CV, d'altra parte, ha sempre avuto un sistema di leadership diffuso sul territorio e dipende ancora da una rete di alleanze locali, la qual cosa può favorire frammentazioni, quando lo Stato o organizzazioni rivali lo mettono sotto pressione.
In secondo luogo, l'esperienza mostra che il PCC riesce a capitalizzare in maniera attiva le crisi altrui: lo stesso Stato, nel tentativo di distruggerlo, ha finito per contribuire alla sua crescita nazionale. Il trasferimento di detenuti e l'isolamento hanno decentralizzato l'organizzazione, ampliando il suo raggio d'azione; operazioni di polizia in altri contesti criminali hanno frequentemente spinto orcrim e gruppi minori tra le braccia del PCC.
Inoltre, il PCC ha sviluppato alleanze transnazionali — con mafie europee o gruppi sudamericani — in tal modo abbandonando il ruolo di semplice organizzazione brasiliana. In contrasto a ciò, il CV si è mantenuto più ristretto al suo territorio tradizionale a Rio de Janeiro e sebbene abbia dimostrato resilienza — per esempio, resistendo al processo di pacificazione e riconquistando aree prima perse, specialmente nello stato di Rio — e ampliato significativamente la sua presenza nella regione Nord e in stati come Bahia e Mato Grosso, i recenti shock non sembrano averlo trasformato in un attore criminale di maggiore portata.
In pratica, il PCC ha approfittato di ogni crisi (repressione o conflitto) per crescere e stabilire nuovi paradigmi, mentre il CV più frequentemente ha limitato i danni, ma senza un'espansione proporzionale, soprattutto a livello transnazionale.
Reazioni del Sistema Carcerario e Prospettive Future
Con l'annuncio della fine della tregua, le autorità di sicurezza dei vari stati brasiliani stanno rafforzando le misure preventive, specialmente in quelle carceri dove convivono membri di entrambe le orcrim. Fonti della polizia dello stato di San Paolo hanno riferito che l’allerta è massima all’interno degli istituti penitenziari che ospitano esponenti dei due gruppi. Secondo avvocati che rappresentano integranti del CV, sebbene non si siano ancora verificati cambiamenti concreti nel sistema carcerario, le richieste di trasferimento di detenuti dovrebbero iniziare a breve.
Secondo queste fonti, alcuni detenuti già conoscevano la rottura in anticipo. Tuttavia, la maggioranza è stata ufficialmente informata dopo la preghiera delle 18:00, momento, questo, riservato anche agli annunci dei vari leader all’interno delle prigioni a maggioranza CV.
Gli analisti di sicurezza pubblica sono divisi sulle prospettive future. Alcuni credono che questa rottura possa essere temporanea e che le due organizzazioni, spinte da interessi economici, possano tornare a negoziare in futuro. Altri temono l'inizio di un nuovo e lungo periodo di conflitto, ricordando gli scontri sanguinosi iniziati nel 2016.
Il pubblico ministero Lincoln Gakiya è pessimista: "Non immaginavo che [la tregua] sarebbe durata. La struttura delle due organizzazioni è molto diversa e gli interessi territoriali sono molto forti". Ciò che è certo è che la rottura dell'alleanza tra PCC e CV riporta il Brasile a una situazione di incertezza e potenziale escalation della violenza, in un momento in cui il Paese sta affrontando crisi altrettanto cruciali.
Un Fenomeno in Costante Evoluzione
La rottura della fragile tregua tra PCC e CV illustra una caratteristica fondamentale del crimine organizzato brasiliano: la sua straordinaria capacità di adattamento ed evoluzione. Queste orcrim hanno sviluppato strutture complesse che non solo permettono loro di sopravvivere ai tentativi di repressione dello Stato, ma, frequentemente, di emergere da tali crisi ancora più forti e sofisticate.
Il concetto di antifragilità offre uno strumento analitico potente per comprendere questo fenomeno, spiegando come organizzazioni criminali, in particolare il PCC, riescano a trasformare minacce alla loro esistenza in opportunità di crescita. Questa comprensione è cruciale per lo sviluppo di strategie di sicurezza pubblica più efficaci, che riconoscano che approcci meramente repressivi possono, paradossalmente, rafforzare ciò che intendono combattere.
Per il Brasile, la sfida rimane monumentale. Affrontare organizzazioni criminali che si rafforzano con le avversità richiede non solo misure di sicurezza robuste, ma anche interventi strutturali per affrontare le condizioni sociali ed economiche che alimentano il reclutamento e il sostegno a queste facções, soprattutto all’interno delle comunità più vulnerabili.
Nel frattempo, il Paese si prepara ad affrontare potenzialmente un nuovo ciclo di violenza, con la speranza che le lezioni apprese dagli errori del passato possano guidare una risposta più efficace e meno controproducente.
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Fonti: UOL, Folha de São Paulo, O Globo, Ministério da Justiça e Segurança Pública (MJSP), Secretaria Nacional de Administração Penitenciária (SENAPPEN), Secretaria de Segurança Pública de São Paulo, Insight Crime, Diálogo Américas e intervista con Diorgeres de Assis Victorio.
Photo Credit: Metrópoles, O Globo.
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